Il reddito di cittadinanza non sarà a vita
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Direttore: Alessandro Plateroti

Il reddito di cittadinanza non sarà a vita

Reddito di Cittadinanza

Arriva la stretta del governo Meloni sul reddito di cittadinanza: via al primo rifiuto. Inoltre, sarà a intervalli e non a vita.

La stretta del governo Meloni al reddito di cittadinanza arriva anche per fronteggiare i cosiddetti “furbetti del reddito”. Un provvedimento che Meloni aveva promesso che pone fine all’assistenzialismo a vita promosso dal partito di Conte. Dopo il primo rifiuto ad una proposta di lavoro arriva lo stop al reddito. In più, per chi è in condizioni di lavorare, come ha più volto sottolineato la premier, giunge la fine dell’assistenzialismo “infinito.

Il sottosegretario al Lavoro, il leghista Durigon, parla del reddito di cittadinanza e come cambierà con il nuovo governo. “Noi vogliamo solo dare una risposta diversa a chi può lavorare: dignità attraverso il lavoro”, spiega Durigon. L’obiettivo non è quella di cancellare e abolire la misura, ma modificare il sussidio statale in modo da permettere di lavorare a chi è nelle condizioni di farlo e assistere coloro che invece non lo sono.

Reddito di Cittadinanza
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La misura sarà sospesa dopo i primi 18 mesi

Gli oltre 600mila, il 75% dei percettori, che sono considerati abili al lavoro dovranno essere attivi al lavoro. Arriverà anche una stretta su controlli in chiave anti “furbetti” e convenzionalità più rigide. L’obiettivo del governo è di recuperare risorse da questa modifica per impiegarle nella prossima legge di bilancio e su una nuova Quota 102.

Al Corriere della Sera, Durigon ha spiegato che “Il sussidio non può essere a vita. Va fissato un termine oltre il quale non si può andare”. Per questo, la riforma del Rdc prevede che “Dopo i primi 18 mesi se la persona non avrà trovato lavoro verrà sospesa dal sussidio per sei mesi ed inserita in un percorso di politiche attive per il lavoro”. Se in questo lasso di tempo non avrà trovato un lavoro potrà ricevere di nuovo il reddito ma decurtato del 25% per una durata ridotta di un anno. Una riforma appoggiata anche dal presidente dell’Inps Tridico che è “totalmente d’accordo a che le erogazioni vadano effettivamente a chi ne ha diritto secondo i requisiti di legge”.

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ultimo aggiornamento: 8 Novembre 2022 15:03

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